C’è un limite che non andrebbe mai travalico tra l’essere tifosi e l’essere vandali, tra la sana competizione e la vigliaccheria, tra lo sport e la violenza. Questo limite, nella giornata di ieri, è stato travalicato e quello che doveva essere solo un bell’incontro di calcio, di cui tutti i principali siti sportivi come Betflag 2017 si erano occupati, si è trasformato in un caso sociale, politico e culturale.
Ecco i fatti che hanno destato lo sconcerto e il rammarico sia delle Amministrazioni toscane che sarde e che hanno mobilitato l’opinione pubblica locale e regionale.
Nella notte del 2 Agosto, durante la trasferta a Grosseto, l’albergo Airone che ospitava la squadra calcistica dell’Olbia è stato attaccato con una bomba carta lanciata con il chiaro intento intimidatorio e aggressivo da parte di qualche vandalo.
Netta è stata la condanna del gesto da parte della città di Grosseto: “Quello che è successo la notte scorsa ai danni dell’albergo Airone – ha dichiarato Fabrizio Rossi, Assessore allo sport del Comune toscano – è un episodio vergognoso, da condannare con fermezza. Chi ha scagliato la bomba carta dimostrando odio nei confronti della squadra dell’ Olbia non è un tifoso: è un teppista senza cervello”.
L’Assessore Rossi ha inoltre ribadito il suo pieno sostegno e supporto nei confronti dell’Olbia calcio: “L’amministrazione comunale è vicina alla società sportiva sarda e alla proprietà dell’albergo. La nostra è una città civile e matura e lo sport deve essere uno strumento di confronto e di crescita. La vicenda della scorsa notte non fa onore a nessuno e ci auguriamo che i colpevoli siano presto assicurati alla giustizia”.
Unanime è stata la condanna anche da parte della dirigenza del Gavorrano, squadra che avrebbe dovuto affrontare l’Olbia nel turno attuale di serie C.
In un comunicato stampa la società sportiva ha dichiarato: “L’Us Gavorrano, in riferimento al vile e sconsiderato gesto operato ai danni della società Olbia Calcio, esprime massima solidarietà al sodalizio sardo ed a tutto lo staff dell’Hotel Airone di Grosseto prendendo le distanze, insieme alla città di Gavorrano ed alla tifoseria rossoblù, da un gesto che non appartiene al nostro modo di fare e vivere il calcio”.
L’episodio, come è facile immaginare, ha di nuovo posto l’accento sul tema della violenza, dentro e fuori dagli stadi, e sulla necessità di prevenire e gestire qualsiasi tentativo aggressivo da parte di personaggi che è bene descrivere solamente come teppisti e vandali e non certo come tifosi.
Da un punto di vista sociale è fondamentale insistere nella diffusione di una vera cultura sportiva e nell’educazione dei giovani al rispetto dell’avversario.
Questi atti, assolutamente deprecabili, nulla hanno a che vedere con lo sport ma sono, altresì, il campanello d’allarme di qualcosa di malato, che deve essere subito condannato, sancito e corretto.
Diffondere la filosofia e la cultura dello sport ed educare le nuove generazioni ai valori sportivi è il solo modo per evitare che simili atti si possano ripetere ancora una volta nei nostri campionati calcistici e in qualsiasi altro tipo di competizione sportiva.